Piccolo blu e piccolo giallo

piccolo blu
Titolo: Piccolo blu e piccolo giallo
Autore: Leo Lionni
Editore: Babalibri, 1999 (48 pagine)
Premio Andersen 2001
Un libro che mia figlia Angelica adora e legge fin da piccola. È strabiliante il fatto che sia stata scritta nel 1959 e sia ancora così all’avanguardia. È una storia senza tempo.
Ho trovato questa bella recensione di Donatella Romanelli, che descrive al meglio questo bellissimo libro senza tempo.
Piccolo blu è un bambino con molti amici, ma il suo preferito è Piccolo giallo. Con lui si diverte a giocare a nascondino, a correre e a saltare. Un giorno Piccolo blu viene lasciato da solo in casa e Mamma blu gli raccomanda di aspettarla e di non uscire. Piccolo blu però non ubbidisce e va in cerca di Piccolo giallo per giocare un po’. All’inizio fa fatica a trovare l’amico: lo cerca in casa, per strada, dappertutto, ma nulla! Finché improvvisamente, girato l’angolo, lo vede ed esclama, come solo i bambini sanno fare: “Eccolo!”. L’entusiasmo e la gioia sono incontenibili e così i due si abbracciano e riabbracciano fino a fondersi tra loro diventando verdi. Poi vanno a giocare nel parco, a scavare un tunnel e ad arrampicarsi su una montagna: miracoli di una grande amicizia! Tornando a casa, però, accade qualcosa di spiacevole. Mamma blu e Papà blu non riconoscono il figlio: “Tu non sei il nostro Piccolo blu. Tu sei verde”. La stessa capita a Piccolo giallo. Affranti, i due bambini cominciano a piangere grosse lacrime, non verdi come ci si aspetterebbe, ma blu e gialle. E piangono così tanto da ricomporsi e ritrovare se stessi. Alla fine, sia i genitori di Piccolo blu sia quelli di Piccolo giallo, per la gioia incontenibile di vedere i propri bambini di nuovo a casa, si abbracciano diventando anche loro un po’ verdi e intuendo così quello che è successo…
Ma cos’è successo veramente in questa storia? Il verde è il risultato della mescolanza del blu e del giallo, ma anche il simbolo di una grande amicizia. E Leo Lionni, tra i più innovativi maestri dell’illustrazione per l’infanzia del secolo scorso, affronta con estrema delicatezza e forza poetica questo classico tema, individuandone tutte le sfumature possibili: identità, diversità, ingenuità, condivisione, libertà, multiculturalità. E raggiunge l’obiettivo ricorrendo a una coppia di protagonisti che non è né casuale né tantomeno usuale. Piccolo blu e Piccolo giallo non hanno occhi, né naso, né bocca, sono pure macchie di colore blu e giallo, eppure riescono a raccontarsi così bene da arrivare a noi lettori nella loro verità più intima. Per i bambini l’amicizia è un valore importante, quasi una prima forma d’innamoramento che provano verso l’Altro. E, a differenza di molti adulti, vivono questo rapporto con purezza e poche remore fino a farsi travolgere e perdere parte della loro identità. A molti genitori sarà capitato di veder tornare a casa il proprio bambino “un po’ verde” – che parla in modo insolito o ha una postura o un modo di fare mai visti prima – e probabilmente la prima reazione sarà stata di rifiuto (“Io non ti riconosco più”). Sono proprio i due protagonisti (bambini), però, che dimostrano ai genitori (adulti) che la fusione è un momento necessario da attraversare per sentire fino in fondo l’altro e prendere qualcosa da lui, senza che per questo venga intaccata la identità personale: non a caso, le lacrime non cambiano

È una storia che insegna che cos’è l’amicizia, ma anche che a volte le cose più belle possono non essere capite perfino da chi ti ama, insegna che ogni incontro con chi è diverso ti trasforma e ti regala colori nuovi e una intima ricchezza che diventa perfino contagiosa se solo hai voglia di guardarla, accettarla e farla tua.

È un libro da regalare anche a tutti i bambini che vanno incontro a una società multietnica e dai mille colori perché la vivano come una ricchezza, una fortuna, un dono e non ne abbiano mai paura.

Recensione di Cristina, mamma di Angelica, sezione F (2014-15)